Anziani. Nuovo studio Ocse: “Nel 2050 saranno 2,4 mld nel mondo. Oggi meno di 900 milioni. Ma in Italia sono già il 20% della popolazione”. L’allarme: “Sistemi sanitari non sono pronti”

Oggi il 12% della polazione mondiale ha più di 60 anni, diventeranno il 21% tra 35 anni. Gli esperti dell’Organizzazione internazionale fotografano l’invecchiamento della popolazione globale nel Report Ageing debate the Issues. Per la sanità serve più assistenza territoriale. E poi focus su sviluppo, pensioni e sociale: l’analisi su come cambierà la struttura demografica del pianeta nei prossimi 30 anni e le ‘ricette’ su come affrontare il fenomeno per non rimanere spiazzati. IL RAPPORTO

A Funabashi, ridente città giapponese a est di Tokyo, sono avanti. Qui hanno da tempo aperto un mall dedicato alla terza (ma ormai forse anche alla quarta) età. Gli anziani del terzo millennio sono i più in salute, attivi e longevi della storia dell’umanità. E in più hanno anche una buona pensione. Per questo non potevano sfuggire alle leggi del marketing. E neppure ad un interessante rapporto dell’OCSE (OECD Insights: Ageing debate the Issues), dedicato appunto agli anziani, considerati ormai un ‘fenomeno’ demografico nella maggior parte dei Paesi del mondo. Qualche numero: in Giappone nel 1963 solo 1 persona su 16 superava i 65 anni. A distanza di appena mezzo secolo gli over 65 sono diventati 1 su 4. Nello stesso periodo in Italia gli anziani sono passati da 1 su 10, a 1 su 5. E la tendenza è generalizzata, visto che oggi si contano in tutto il mondo 868 milioni di persone ultrasessantenni, pari al 12% della popolazione, con proiezioni che si spingono verso i 2,4 miliardi per il 2050, quando 21 persone su 100 avranno più di 60 anni.

Gli esperti dell’OCSE riconducono le cause dell’invecchiamento planetario a due ragioni principali: si fanno sempre meno figli e si vive sempre più a lungo. Negli anni ’70 la media dei figli nei Paesi OCSE era di 2,7 per donna; oggi siamo a 1,7, cioè ben lontano dal ‘tasso di sostituzione’, necessario per mantenere stabile il numero della popolazione, che è di 2,1 figli per donna. Ma la tendenza è generalizzata. Basti pensare che in India da una media di 5,5 figli per donna negli anni ’70, si è passati agli attuali 2,5.

C’è poi la questione della longevità. In Giappone ormai, l’aspettativa di vita alla nascita è di 83 anni (86 per le donne) e in almeno metà dei Paesi OCSE supera gli 80 anni. Un fenomeno questo legato ad una migliore alimentazione, alla disponibilità di acqua potabile, ai progressi della medicina e alle vaccinazioni di massa.

Un fenomeno di questa portata non può non avere importanti ripercussioni sociali. La prima delle quali è che naturalmente sarà necessario lavorare più a lungo prima di poter ambire alla pensione. E comunque, anche oltre la soglia della pensione, gli anziani, nella loro veste di nonni ad esempio…

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